Quando entrai tra le note colorate, i tintinnii di bicchieri
E il vociare frusciante
Quando entrai distratto, in quel vorticoso locale, lucente contro il buio della sera
E il freddo della notte
Quando entrai, senza sapere che tu sconosciuta c’eri, anche tu distratta,
E in cerca di riparo e di oblio.
Così quello sgabello causale e il bicchiere pieno di parole, e un altro ancora
divennero il ponte tra le nostre anime assetate.
Divennero ruscello corrente e fresco.
Così, inebriati, ci sentivamo eletti
soli nell’universo, e tutto era per noi.
Così nudi, e veri, e grati di avere sangue fluido, caldo, e occhi per guardarci.
Narici per respirarci.
Orecchie per sussurrare.
Mani per sfiorarci.
Sparimmo quella sera, per rinascere di nuovo.
Trasfigurati per sempre.
Amanti per l’eternità.